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LETTERA DAL 2018

Maurizio Ricci

LETTERA DAL 2018

Finalmente sono le 16:25 del 2 settembre 2018
finalmente dalla finestra la Puglia è pioggia.

Bagna incessante sulle mura dei palazzi
si fa cascata e rumore
dapprima assordante
che spaventa i cani e i gatti lasciati in strada.
L'Italia è tornata nel nero
che odia l'assenza di colore
che odia l'uomo che viene da fuori
che finge d'amare un fratello di casa.
Forse l'Italia è ciò che è sempre stata.

Cari miei che leggerete,
vi lascio un monito: esiste un confine
sulla cartina dell'ignoranza
è il limite tra amore ed odio
è la frontiera di chi non ha la testa.
Ma per fortuna oggi Bari è pioggia.
Un fango di natura, una patria
lasciata al tempo.
Io vedete, già lo sapete, diverrò uno da ritrovare:

un desaparecido.

Ecco, sta succedendo!
Sono ciò che ho scritto;
la profezia che si avvera
e che magicamente diviene storia non scritta.
In principio era Jerez, poi divenne Granada,
ma le parole son precise, la vita
come la morte, fanno testo come pare.
Ma sempre con un senso,

come il senso portato via pochi mesi fa.
Vedete, già lo sapete, io diverrò Gitano
non per desiderio ma per forza di cose.
In una società che ti rende diverso, sappiate,
essere liberi è divenire ancor più diverso.
Questo, vedete, è l'anno della giustizia,
del giudizio, della scomparsa,
del cambiamento, del cuore e del dolore.
Questo è l'anno del primo passo oltre la morte.
Vi dirò cosa c'è oltre la vita.
C'è una parte di me che arriva nel posto,
che si allea con gli oppressi e combatte il male.
C'è una parte di me che conosce l'amore
e si allontana dal mondo terreno.
E da questa prospettiva Atene non fa così paura.
Questa è settembre che vi parla.
E dalla finestra la Puglia è messa al silenzio
dalla fine della pioggia.
Cambio di direzione.
Sono il desaparecido.
A mai più!
E tornerò felice come il vento di oggi
26 settembre 2018.
I giorni della Bari che resiste
all'onda nera dell'ignoranza!
Sappiate, miei cari che verrete:
un poeta è pericoloso
quando la poesia chiede da lui
un romanzo.
Quest'anno di giustizia
e resistenza
io che della nostalgia
ancora non so nulla
chiedo alla vita una speranza futura:
non darmi una breve battaglia
ma una lotta continua
per noi ultimi rivoluzionari.
Ci rivediamo per il mondo,
se mi cercate
sarò al fianco di chi lotta.
Se non mi vedete
sarò nelle parole dei passanti.
Figli della rosa del bene,
voi che già sapete,
ci si vede tutti ad Atene!